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Riciclaggio di denaro dalla Svizzera Sequestro beni a tre catanesi

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Beni del valore di un milione e 600 mila euro sono stati sequestrati dai finanzieri di Catania nei confronti dei fratelli Damiano, Elisabetta e Pietro Russo, residenti in Catania e provincia, tutti indagati per il reato di riciclaggio dei proventi di reati tributari e fallimentari in precedenza commessi dal padre Placido, rappresentante legale della ‘Vigilnot Trinacria srl’.

In esecuzione del provvedimento di sequestro preventivo emesso dal Tribunale di Catania sono stati bloccati fondi finanziari e rapporti bancari per oltre 1,1 milioni di euro, un appartamento in zona corso Italia di Catania e un locale commerciale a Capo Mulini, frazione di Acireale.

L’attività investigativa, condotta dal Nucleo di Polizia Tributaria della Guardia di Finanza di Catania, è scaturita dopo alcune “segnalazioni di operazioni sospette” della Banca d’Italia nei confronti dei tre fratelli catanesi, con cui erano evidenziate discrasie tra i redditi dichiarati nel tempo e i consistenti capitali fatti rientrare in Italia dalla Svizzera attraverso il cosiddetto “scudo fiscale”.

 Le somme rientrate erano state precedentemente sottratte dal patrimonio della ‘Vigilnot Trinacria srl’ – società che svolgeva l’attività di servizi di vigilanza, dichiarata fallita nel 2001 con un passivo di circa 4 milioni di euro, di cui oltre 1 milione nei confronti dell’Erario – per essere investite, in banche svizzere, in articolati strumenti finanziari.

Nel 2009, i tre indagati, avvalendosi dello “scudo fiscale”, hanno richiesto il rientro in Italia, su propri conti correnti, delle somme di denaro. Successivamente, per mascherare la provenienza illecita delle somme, sono state in parte investite in fondi comuni e in parte utilizzate per l’emissione di assegni circolari e contestuali prelievi per contanti.

La società in questione, durante un altro controllo fiscale fatto dalla Guardia di Finanza di Caltagirone, era risultata non il regola con il Fisco con numerosi ricavi nascosti, relativamente agli anni dal 1992 al 1996, per oltre 3 miliardi di vecchie lire, importo quasi coincidente con le somme oggetto delle operazioni di rientro di capitali.

I bonifici dai conti svizzeri a quelli catanesi, necessari per il perfezionamento delle operazioni di ‘scudo fiscale’, sono stati disposti dal titolare della società, Placido Russo.


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