Ormai da qualche anno le vacanze non sono più solo evasione ma anche meditazione. Dapprima si sceglie per curiosità o perché oggetto di un regalo, poi vivendo la vacanza si comprende il perché sia tanto richiesta. I monasteri sono, infatti, da secoli luoghi d’accoglienza e di rifugio per viandanti e per certi versi potremmo considerarli gli antenati degli alberghi.
Una vacanza in un monastero consente di vivere, per alcuni giorni, in un mondo parallelo rispetto a quello che ci accoglie nel resto dell’anno, un universo contrassegnato dalla meditazione, dall’ascolto dei propri sentimenti, dalla riscoperta del rapporto con gli altri e con la natura ma soprattutto con Dio.
Queste strutture conventuali sono quasi sempre in splendide località lontane dagli affollamenti delle città e sono circondati dal verde. La routine quotidiana ci allontana dall’opportunità e dal valore del silenzio, dell’introspezione,dal senso religioso della vita. La valenza di questa vacanza alternativa sta nel dialogo e nel confronto con i religiosi che gestiscono i monasteri e le strutture conventuali. Vivere totalmente o in parte la quotidianità che impone la regola religiosa dell’Ordine dei frati, consente di riscoprire e lasciare libertà d’espressione alla propria interiorità. Il lavoro è una componente della vacanza in un monastero e rappresenta un’occasione per riscoprire stili di vita in disuso nella nostra società, citando buone abitudini del passato.
Nei monasteri ci si ricorda ancora che per dormire è sufficiente un semplice materasso e che il cibo più gustoso è quello preparato insieme agli altri e non servito su un vassoio: il ritorno, quindi, per alcuni giorni all’essenzialità, alla preghiera e alla meditazione sono aspetti che caratterizzano queste particolari vacanze, adesso diventate”di moda”. Il valore di queste vacanze è soprattutto l’incontro con i religiosi o le religiose i quali sono capaci di far percepire la gratuità della loro vita, che si esprime in attenzioni e premure quotidiane verso gli ospiti e nella capacità di ascoltare e cogliere i loro bisogni, da quelli più semplici fino a quelli più profondi.
Queste comunità religiose, nei mesi estivi, organizzano per i loro ospiti una serie di attività: corsi di spiritualità e biblici a vari livelli, esercizi spirituali, convegni, itinerari spirituali per fidanzati e per famiglie, lectio divina, incontri vocazionali, ma anche, ad esempio, corsi di ebraico e di greco biblico, canto gregoriano, cetra, scrittura di icone. Molte comunità, inoltre, propongono ai ragazzi campi-lavoro, campi-studio, corsi di spiritualità ed esercizi spirituali.Questi luoghi dello spirito sono in ogni regione italiana, noi tra le isole nostrane segnaliamo a Palermo il Convento di S. Maria Santissima di Gibilmanna, a Cefalù. I Frati Francescani offrono, fino a 200 persone, esercizi spirituali, meditazioni e preghiere, pranzi comunitari. Offerta libera. Ci piace concludere con le parole con cui San Benedetto celebrava l’ospitalità: “Tutti coloro che giungono in monastero alla ricerca di nostro Signore, siano ricevuti come Cristo, poiché un giorno Egli dirà: ‘Sono stato ospite e mi avete accolto’”.