Un grande tavolo tecnico che si sdoppia per affrontare il caso Messina alla sua origine, a 70 chilometri, cioè Piano Piraino a Calatabiano. Nella riunione di ieri nella prefettura peloritana è stato stabilito che uno si occuperà della crisi idrica e degli aspetti legati all’emergenza nella città dello Stretto, mentre l’altro tavolo affronterà la questione rischio idrogeologico di Calatabiano. L’obiettivo comune è mettere in sicurezza la condotta che porta l’acqua nel capoluogo peloritano dopo la frana dei giorni scorsi, la seconda interruzione nel giorno di meno di due settimane.
Nel paese jonico della provincia di Catania si è tenuto stamani un incontro a cui hanno partecipato i rappresentati dell’Amministrazione comunale, i tecnici della Protezione civile, geologi, gli esperti del Genio Civile per cercare di risolvere l’emergenza che ha causato disagi non indifferenti per le due comunità: quella di Messina e quella di Calatabiano che deve fare i conti con l’instabilità e il pericolo di un nuovo cedimento di ‘Piano Piraino’, la zona interessata dalla frana.
Per risolvere i due problemi, strettamente collegati, le spese sarebbero da dividere in due parti: dei lavori alla condotta idrica si farebbe carico l’Amam, che gestisce l’acqua a Messina, per fronteggiare il rischio idrogeologico, sarebbero impiegati fondi di Protezione civile. Il condizionale è d’obbligo perché è in queste ore che si discute degli interventi urgenti da programmare.
Va specificato, infatti, che solo quando la zona sarà messa in sicurezza la condotta idrica potrà essere definitivamente sistemata e nonostante da ieri, su Calatabiano sia tornato a splendere il sole, dopo l’ondata di maltempo che si è abbattuta nei giorni scorsi sulla Sicilia Orientale, l’acqua e il fango sono ancora ben visibili nella zona della frana. Al resto ha pensato la falla nella conduttura, perchè dopo lo stop alle pompe di sollevamento e il conseguente avvio delle valvole di scarico l’area è un pantano in cui è difficile operare.
L’origine del problema di Messina è il dissesto idrogeologico di Piano Piraino che ad ogni acquazzone si liquefà lasciando segni di fango sia nel quartiere ‘Manganelli’ sia sul versante Sud-Est del territorio di Calatabiano.
Il sindaco, Giuseppe Intelisano, ha più volte ribadito la necessità di intervenire per la messa in sicurezza del territorio e per salvaguardare l’incolumità dei cittadini, ma a pagare il prezzo più salato per ora sono soprattutto i messinesi che abitano 70 chilometri più nord.