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Fondi Ue ancora al palo in SiciliaCommissione: “Raddoppiate sforzi”

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Si chiude oggi la visita di una delegazione di dodici parlamentari della commissione Regi (che si occupa dei piani di sviluppo regionale) del Parlamento Europeo nel distretto della Sicilia orientale.

Dopo tre giorni fitti di incontri con le autorità locali, regionali e nazionali e di visite a progetti finanziati dai fondi strutturali europei a Catania, Modica, Piazza Armerina ed Enna, gli eurodeputati fanno il punto su quanto hanno testimoniato riguardo come la Sicilia ha speso e sta spendendo il Fondo per lo Sviluppo Regionale (Fesr) per il periodo 2007-2013 e sulla programmazione 2014-2020.

Il presidente della delegazione, il parlamentare della sinistra francese Younus Omarjee, riassume così i messaggi chiave che gli eurodeputati vogliono trasmettere alle autorità locali, regionali, nazionali e comunitarie e ai cittadini siciliani.

“In primo luogo – dice – la Sicilia deve raddoppiare, rispetto al passato, gli sforzi per spendere bene i fondi di coesione per il periodo 2014-2020. Le politiche di coesione sono importanti in particolar modo per le regioni meno sviluppate come la Sicilia”.

Inoltre, secondo Omarjee, “bisogna sfruttare le grandi potenzialità che la Sicilia ha in materia di economia legata alla sua dimensione marittima e portuale e alla possibilità di crescita verde, a basso consumo energetico e a basse emissioni”.

Più critica nei confronti del governo regionale siciliano è l’eurodeputata dei Cinque Stelle, Rosa D’amato: “Abbiamo chiesto delucidazione anche sulla programmazione 2007-2013, proprio perché crediamo sia utile evidenziare le criticità affrontate al fine di non ripetere gli stessi errori. Ricordiamo che la dotazione iniziale del FESR 2007-2013 era di ben 6,5 miliardi di euro, poi ridotti a 4,3 miliardi per manifesta incapacità di spesa del governo regionale precedente. A fine settembre 2015, a tre mesi dalla fine della programmazione, la spesa certificata si registra tra i 2,8 e i 3 miliardi di euro (se contiamo il secondo tratto del Grande Progetto dell’Agrigento Caltanissetta). In pratica ci sono circa 1,3-1,5 miliardi di euro da spendere in tre mesi quando avevamo nove anni di tempo per farlo. Se non lo faremo, al 31 dicembre 2015, scatterà il disimpegno automatico di circa il 35% delle risorse, ripeto più di un miliardo di euro”.

A promuovere la visita della delegazione è stata Michela Giuffrida, europarlamentare catanese del PD,  che ritiene raggiunto l’obiettivo della missione.

“La Sicilia – dice – ha bisogno, per poter sfruttare a pieno le risorse per la Coesione, di procedure semplificate e di puntare sui fondi diretti, bypassando quelle trafile che, spesso, sono un ostacolo insormontabile. Dagli incontri che abbiamo avuto con i tanti amministratori locali questo emerge con forza. E noi non possiamo non prenderne atto“.

unica nota chiaramente positiva il fatto che tutta la delegazione è rimasta particolarmente colpita dalla capacità dei siciliani di rispondere alla crisi legata all’accoglienza dei rifugiati. “Lavoreremo – ha detto Omarjee – stretto contatto con la Commissione Europea per fare in modo che i fondi di coesione siano sempre più utilizzati anche per aiutare regioni come la Sicilia a prendersi carico dei migranti che arrivano sull’isola”.


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